Il Parlamentare
- Il parlamentare dell’Unicivium.
- Attività
- Caratteristiche.
- Il gruppo parlamentare.
- Durata del mandato.
- Revoca del mandato.
- Rielezione del delegato parlamentare.
- Altri incarichi.
- Pubbliche relazioni.
Ho
già messo in risalto
la peculiarità dell’Unicivium che vuole fare a
meno del capo, del leader
politico in quanto il nuovo metodo democratico, riappropriandosi della
sovranità del cittadino e dandogli strumenti per esercitare
tale sovranità, non
prevede più questa figura e di conseguenza non prevede
più la figura dell’uomo
politico intesa come capo.
La politica
come professione è
tutto meno che farsi carico degli interessi dei cittadini
perché la professione
stessa, sia vissuta per la politica che vissuta di politica, come Max
Weber[1]
distingue, non lascia molto tempo al politico di occuparsi
dell’amministrazione
della cosa pubblica. Già la scalata al potere di per
sé è un impegno a tempo
pieno, iniziando da galoppino della sezione fino a segretario
provinciale, e
via via più
su, fino ad arrivare
all’agognato vertice, promettendo ed ingannando, battendosi
contro avversari
non di altri partiti, ma contro quelli all’interno del
proprio. Se il politico
non è stato spazzato via da contendenti più abili
di lui, sistemato a vita con
un ben remunerato incarico nell’ambito
dell’amministrazione pubblica, a spese
della comunità, lo ritroviamo in parlamento a continuare la
sua lotta per
mantenere la posizione raggiunta, a rintuzzare attacchi di nuovi e
più giovani
pretendenti. Weber asseriva che il politico vive di politica per il
proprio
sostentamento ma anche per la politica perché il suo agire
è guidato da
determinati valori. Penso che il plurale sia fuorviante e che si tratti
di un
valore solo, il potere. Se il politico non dimostra o fa credere di
vivere per
la politica, cioè di avere degli ideali, non può
vivere di politica. Deve pur
convincere il suo elettorato che vive per la politica e che opera per
il
medesimo altrimenti
viene meno la base
del suo sostentamento e cioè, ciò che veramente
lo interessa, il vivere di
politica. In questa strenua lotta politica, intesa nella sua seconda
accezione
come raggiungimento ed esercizio del potere, al politico o parlamentare
che sia
non rimane molto tempo per occuparsi anche
dell’amministrazione della cosa
pubblica che viene lasciata in carico a degli esperti del suo
entourage,
mentre lui continua a dedicarsi alla salvaguardia della sua posizione
di
preminenza. Totalmente superfluo chiedere di attenersi ad una specifica
deontologia professionale, che dovrebbe essere in specifico
l’occuparsi del
bene comune al di sopra dei propri specifici interessi individuali.
Weber
distingueva tre diversi tipi di politici con le relative motivazioni. Dopo
novant’anni, sarà il caso di verificare
questi modelli, certamente colui che prevale è il politico
orientato al raggiungimento
ed alla gestione del potere e che, prendendo il sopravvento sui suoi
competitori, prende il comando a livello locale, regionale, nazionale e
parlamentare.
Un simile
prodotto dell’attuale
metodo democratico sarà interessante vederlo in televisione o goderne quando esso
è coinvolto in scandali
o perseguitato dalla magistratura, ma è sinceramente
totalmente superfluo e di
certo antieconomico per la cittadinanza.
A questo si
può facilmente porre
rimedio indicando e votando professionisti ed esperti reperiti nel
mondo
dell’intellighénzia, evitando loro la campagna
elettorale e la lotta per il
potere, il dilemma di vivere per
o di
politica.
L’entourage
del politico attuale lo
si può sostituire con degli egregi gruppi di studio (GDS) che lo supportino e
lo indirizzino e
tutto questo con il voto diretto e palese via web
dell’elettore dell’Unicivium.
Il
parlamentare dell’Unicivium in
questo modo potrà dedicarsi totalmente al suo compito, senza
avere lo stress
della difesa e del mantenimento della sua posizione avuta non tramite
scalate
e gavette, ma per delega formalizzata al momento del voto durante le
elezioni.
Tutto
ciò dà l’impressione di
un’arida e burocratica amministrazione della cosa pubblica,
ma il divertimento
rimane. Rimane perché ovviamente rimangono gli altri partiti
che andranno
avanti in questa commedia dell’arte,
e poi
rimangono sempre i leader
dei vari movimenti, o no? Altro
che
arido!
Il
parlamentare dell’Unicivium.
Il
parlamentare viene candidato ed
eletto dal web-elettore, è indirizzato nelle sue
attività dai vari gruppi di
studio competenti e risponde agli
stessi
del suo operato. E’ indubbio che in occasione delle elezioni
politiche egli
riceva voti per lo più dagli elettori iscritti
all’Unicivium, pur non potendo escludere
l’ eventualità che egli possa
riceverne da cittadini non iscritti. Non si può non considerare che il
parlamentare candidato
dall’Unicivium è poco conosciuto
dai più.
I
parlamentari dell’ Unicivium
hanno il compito di proporre leggi che vengono loro consegnate dal GDS
competente, senza modificarne il contenuto, e di partecipare alle
attività
parlamentari. Essi possono partecipare anche alle commissioni
parlamentari nel
caso raggiungano il numero di venti
previsto dal regolamento .
Essi, in occasione delle
votazioni parlamentari,
hanno l’obbligo di agire secondo le indicazioni ricevute del
GDS competente.
Per ogni
altra votazione
parlamentare non inerente alle finalità
dell’Universitas civium, i parlamentari
sono liberi di votare secondo coscienza, previo chiarimento con il GDS
che
verifica che il voto non mini neanche per vie traverse, la
volontà
dell’elettorato e gli scopi dell’Unicivium. Non si
vedono
particolari problemi per votazioni
riguardanti problemi morali, come per esempio, la
procreazione assistita.
In questo caso la libertà dei parlamentari deve essere
assoluta, perché il
vincolo del mandato è posto solamente sulla
finalità del programma specifico
dell’Universitas civium.
Più
chiare e ristrette sono le
finalità dell’Unicivium, meno
c’è la possibilità di conflitto tra
vincolo di
mandato e questioni morali.
Il
parlamentare unicivium
dovrebbe
essere uno specialista o un esperto di
settori specifici come
finanza,
sanità, armamenti, giurisdizione e così via e,
ovviamente, è auspicabile che
parte dei parlamentari eletti abbia buona conoscenza della pubblica
amministrazione.
Ritengo che ciò sia
favorevole per lo
svolgimento del loro compito.
Il
parlamentare dell’Unicivium non
deve provenire dal mondo partitico/politico, imprenditoriale,
ecclesiastico/confessionale,
mediatico, né da alcuna situazione che l’ha mai
posto in condizione di
notorietà; questo al fine di evitare che subisca vincoli,
legami, pressioni di
alcun tipo che potrebbero inter-ferire nel suo mandato.
Per quanto
riguarda la finalità
dell’ Unicivium, il parlamentare è vincolato dal
mandato ricevuto e, dato che
quest’ultimo è palese, egli è in grado
di conoscere ogni suo singolo mandante
che lo ha votato nell’Universitas.
Non penso sia
opportuno scegliere
ed eleggere un candidato proposto da una rete, aggregazione o
movimento, perché
anche se si provasse a vincolarne il mandato al programma
dell’Unicivium, egli
potrebbe tendere comunque a non accettare le indicazioni di
quest’ultima, ma a
seguire i dettami del movimento di provenienza e del relativo leader.
Mi si
potrebbe obiettare che è stata prevista le revoca del
mandato, ma fino a quando
questa non sarà diventata legge dello stato, con la
possibilità di sostituire
il parlamentare revocato, non ritengo abbia senso correre rischi.
Il
parlamentare dell’Unicivium non
deve es-sere “mono-tematico” per quanto riguardano
gli scopi e le finalità, i
suoi interessi non devono riguardare esclusivamente una richiesta di un
movimento
ben specifico. Egli deve essere un professionista in grado di lavorare
su direttive
dei GDS utilizzando anche quella enorme banca dati che è il
parlamento e quindi
saper operare anche al di fuori della sua specializzazione.
Non
è quindi la fedeltà ad un
partito, ad una causa o ad una persona che muove il parlamentare
Unicivium, ma
la consapevolezza di essere in qualche modo un servitore della
società civile,
ben pagato s’intende.
Idealmente può
sembrare che egli sia in fondo
alla scala della sovranità, visto dall’ottica
della politica attuale, ma in
realtà non è così: essendo un
elettore, in ogni caso egli è un pari, un eguale,
che però si è preso carico di operare per gli
altri che non possono o non sono
in grado di fare questo lavoro.
Raggiunto il
numero di venti
parlamentari Unicivium, si
forma un
gruppo che, contrariamente al regolamento parlamentare, deve rimanere
costituito unicamente dai delegati dell’Universitas civium.
Nel caso che non si
raggiunga il numero di 20 parlamentari, previsto dal regolamento, sarebbe
preferibile rimanere nel gruppo
misto e non aggregarsi con altri per formare un gruppo parlamentare, a
meno che
non ci sia parere
favorevole
dell’elettorato certificato al fine di poter entrare in una
commissione
essenziale. Non ritengo sia opportuno entrare a far parte di un
governo, di
qualsiasi forma o colore, per non compromettersi con i rappresentanti
degli attuali
partiti che non devono rispondere al loro elettorato del loro operato.
Dovesse
essersi creata una condizione particolare, rimane, nel dubbio,
solamente di richiedere il parere degli iscritti tramite il
web.
Raggiunta una
quota di
parlamentari eletti, consiglierei loro di limitare la loro azione alla
legislazione, di evitare di far parte di un governo o,
tutt’al più,
appoggiarlo dall’esterno alle seguenti condizioni:
a) non essere
mai compromessi con
uomini della politica attuale, non essendo essi costretti a rispondere
del
loro operato al loro elettorato,
b) essere
nella condizione di
mettere lo stesso governo sotto pressione, in pratica invertendo il
voto di
fiducia,
c) imporre
eventualmente delle
candidature ministeriali o di sottogoverno fatte dagli elettori e
mediate dei
gruppi di studio.
Ritengo sia
possibile governare
solamente con la maggioranza assoluta, dove non servono accordi con la
classe
politica del momento. A questo punto
è
d’obbligo l’opportunità di perseguire il
quarto scopo dell’Unicivium: l’istituzione
della revoca del mandato politico ad ogni livello, sia elettivo che di
nomina.
La durata del
mandato è di una
legislatura ed il parlamentare viene compensato dallo stato
più che a
sufficienza. L’Unicivium sotto il profilo finanziario non
gli deve nulla.
Sarebbe auspicabile che una parte dello stipendio del parlamentare
fosse
versato all’Universitas che lo utilizzerebbe per i fini
descritti precedentemente,
nel caso il rimborso elettorale non dovesse bastare.
L’Universitas
civium, con il voto
di due terzi degli elettori, può per validi motivi,
esprimere la revoca del
mandato, nel qual caso il delegato deve lasciare
l’attività di parlamentare.
Ovviamente,
fino a quando questa
norma non sarà ancorata alla Costituzione, il parlamentare
potrà anche, contro
la volontà dell’Unicivium,
non lasciare
il suo incarico, essendo ancora vigente la legge attuale, e passare ad
un altro
gruppo parlamentare.
In questo
caso cesserà comunque di
far parte dell’Unicivium per sempre e gli verranno negati i
diritti degli
elettori tramite la disattivazione del suo login: si
attiverà l’ostracismo nei
suoi confronti.
L’Unicivium
si adopererà
immediatamente, tramite azione dei Pubblici Relatori e pubblicazione
sul
proprio sito, di informare l’opinione pubblica che il
parlamentare revocato
non fa più parte dell’aggregazione.
Penso
comunque che sia uno
scenario poco probabile, perché il parlamentare, non avendo
fatto campagna elettorale
e quindi essendo ai più sconosciuto, non porta voti alla
formazione politica
alla quale è passato, non è soggetto a nessuna
forma di sponsorizzazione, sia
industriale che malavitosa da cui possa dipendere, e non ha
informazioni da
vendere, perché tutto ciò che fa
l’Unicivium è palese.
Il contatto con i suoi
elettori inoltre è
molto diretto e quindi un’azione del genere porterebbe anche
a conseguenze
personali non gratificanti.
Qui mi si
potrebbe obiettare che
le trasmigrazioni parlamentari degli ultimi periodi sono essenzialmente
di
illustri sconosciuti al solo fine di migliorare la loro posizione di
potere,
sociale e finanziaria e che noi cittadini non siamo protetti da questo
punto di
vista. Si consideri, tuttavia, che se si sono mantenuti i criteri di
selezione
indicati sotto il profilo della personalità e della
provenienza, dovremmo avere
come parlamentari degli ottimi professionisti senza una grande
“espansione
dell’io” e
con poca velleità di potere.
E’ vero che il mondo accademico pecca di una
vanità mostruosa, ma facilmente
identificabile e politicamente innocua. Se il candidato è
stato ben valutato
al momento della nomina sotto tutti i profili e non ultimo, se di
recente non è
venuto a trovarsi in difficoltà economiche tali da essere
tentato da eventuali
“compravendite parlamentari”, la
probabilità di divenire un transfuga si
fa piccola.
Non si tratta
di parlamentari
donne e uomini che sono stati scelti dal vertice del partito ed in
quanto tali
obbligati da fedeltà; i delegati parlamentari
dell’Universitas civium sono persone scelte e votate
personalmente da numerosi
elettori.
Rielezione
del delegato
parlamentare.
Il
parlamentare non revocato può
essere rieletto a distanza di una legislatura e, comunque, non prima di
cinque
anni, alle stesse condizioni di nomina iniziali se i due terzi degli
elettori
certificati non decidono diversamente. Essi, infatti, potrebbero
acconsentire
a che il parlamentare possa continuare, senza interruzione, nel suo
secondo ed
ultimo mandato, senza possibilità di rielezione.
Il
parlamentare, terminato il suo
mandato, può far parte di un GDS, non immediatamente, alle
condizioni poste
per le elezioni dei componenti di questo, per la durata di 3 anni. In
questo
caso gli è preclusa la possibilità di un altro
mandato parlamentare.
Dovesse un
delegato essere
nominato senatore a vita, decidono gli elettori se lasciargli
l’appartenenza
all’Universitas o meno, in quanto in questo caso viene meno
la possibilità di
revoca.
Dovesse un delegato diventare presidente della Repubblica perderebbe automaticamente l’appartenenza all’Unicivium, in quanto Rappresentante della Nazione.
Il
parlamentare non ha il diritto
di fare il portavoce dell’Unicivium, dato che la
sovranità sta nel cittadino
elettore dell’Unicivium. Non ritengo sia utile e profittevole
partecipare a
dibattiti televisivi di attualità politica per essere
sottoposti ad
un’infangata solitamente tollerata dai conduttori televisivi
stessi, ai fini
dell’audience, anche perché l’Unicivium
non necessità di propaganda di questo
genere.
I talk show
attuali sono solo dei confronti
di opposte fazioni che vengono seguiti dai relativi sostenitori e
sembrano più
che altro un tentativo di sopraffazione di una parte
sull’altra.
Non credo che la ricerca di dialogo sia la strada giusta perché, nel caso dell’agone politico, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Posso, ad esempio, dialogare con don Ciotti, con il quale, a causa del retroterra culturale diverso, non posso eventualmente concordare sui mezzi da utilizzare per lo stesso fine che ci poniamo e che ci unisce. Non posso purtroppo dialogare con una controparte che si pone fini diversi dai miei, posso solo esserle di esempio.
Mi si
consenta di dire che, per
essere di esempio, devo fare e devo agire seguendo la seguente massima:
fai agli altri ciò che vorresti
fosse fatto
a te.